La prevenzione ha lo scopo di evitare l’insorgenza delle malattie o di altri danni alla salute e, quando questo non sia possibile, di interrompere e di limitare la progressione delle stesse, migliorandone l’esito ed evitando la comparsa di complicazioni.
In base alla finalità si distinguono tre livelli di prevenzione:

  • la prevenzione primaria, rivolta al potenziamento dei fattori utili alla salute e all’eliminazione dei fattori causali delle malattie e degli infortuni. Interventi di prevenzione primaria sono rappresentati ad esempio, dalle vaccinazioni, dalle disinfezioni, dalle disinfestazioni, dall’educazione sanitaria, ecc;
  • la prevenzione secondaria, rivolta alla diagnosi precoce delle malattie, possibilmente ancora in uno stadio preclinico in modo da interromperne il decorso sul nascere (ad esempio la diagnosi precoce delle neoplasie maligne). La sorveglianza sanitaria si colloca in tale livello e consiste nella valutazione dell’idoneità specifica del lavoratore alla mansione lavorativa attraverso l’accertamento delle condizioni di salute del lavoratore in funzione del rischio che il lavoro comporta;
  • la prevenzione terziaria consiste nell’impedire eventuali complicanze o sequele permanenti di uno stato patologico in atto.

In Medicina del lavoro prevenzione significa tutela della salute del lavoratore attraverso l’abbattimento dei rischi professionali allo scopo di ridurre o annullare gli infortuni sul lavoro o la comparsa di malattie professionali.

Anche l’emergenza rientra tra le misure di prevenzione. Si tratta di un vero e proprio salto culturale che risulta necessario, anche se non sempre agevole e immediato. l’acquisizione di questa cultura dell’emergenza coinvolge tutti gli operatori nella verifica costante dei punti deboli e dei punti di forza. In particolare, la capo-sala o il Coordinatore sono stati individuati come quelle figure professionali preposte a questa importante attività, che dovrà essere effettuata in modo continuo e costante.
L’attività richiesta è prima di tutto di controllo e mantenimento dell’attuale stato di sicurezza dell’ambiente. Si richiede una supervisione quotidiana dei locali ed una regolamentazione dell’occupazione e del transito nel Reparto/Servizio da parte di persone esterne alle normali necessità lavorative. Inoltre non va dimenticato che anche il personale interno ed esterno, deve attenersi a precise disposizioni sempre di carattere preventivo.
A supporto dell’attività di controllo preventivo svolta dal Coordinatore Infermieristico, il personale interno, i degenti o i visitatori dovranno rendersi partecipi e consapevoli dell’importanza della sicurezza. Sono di supporto apposita cartellonistica ed opuscoli informativi, in cui sono riportate le previste disposizioni.
Si è ritenuto opportuno infine, individuare misure e compiti preventivi, quali ad esempio:

  • verificare che le vie di esodo e le uscite di sicurezza siano sempre sgombre
  • non abbandonare sostanze infiammabili nei corridoi, negli atrii e in qualsiasi altro posto non chiuso o custodito
  • controllare che il deposito di sostanze infiammabili non sia in quantità superiore alla normale dotazione settimanale prevista
  • non fumare nei locali aperti al pubblico
  • controllare l’accumulo di rifiuti e di scarti eventualmente combustibili
  • vigilare affinché non vi siano fiamme libere in uso
  • non consentire l’uso di stufette o di generatori di calore
  • non consentire l’uso di apparecchiature elettriche o elettromedicali da parte degli informatori o dei pazienti senza preventiva autorizzazione
  • segnalare al servizio tecnico eventuali anomalie degli impianti e delle apparecchiature presenti in reparto/servizio

Anche la segnaletica di sicurezza svolge un ruolo importante al fine di completare le misure di prevenzione. Un appropriato segnale infatti, trasmette con immediatezza un messaggio in merito a divieti, obblighi di comportamento, informazioni. Il D.Lgs. 81/2008 istituisce un vero e proprio sistema formalizzato di comunicazione aziendale.
L’impiego della segnaletica ha in genere i seguenti scopi:

tabella

Emergenza

L’emergenza, essendo imprevista, coglie di sorpresa tutti i presenti. l’azione più istintiva è sempre la fuga, che però potrebbe rivelarsi la scelta peggiore. Solo l’esistenza di un piano di azione (Piano di Emergenza) programmato consente di agire con una serie di scelte che i soggetti consapevoli dell’emergenza in atto potranno valutare rapidamente per adottare contromisure adeguate alla risoluzione degli imprevisti con il minimo danno per sé e per gli altri. Tale Piano di Emergenza è essenzialmente un‚indicazione sui comportamenti che vanno assunti dal personale e da ogni degente e visitatore presente nel luogo ove si verifica l’emergenza.

Il Piano è personalizzato in base alle caratteristiche strutturali di ogni Ospedale, ma dovrà comunque rispondere a dei requisiti di base:

  • essere operativo 24 ore su 24
  • essere adattabile ed avere la stessa logica di funzionamento per qualsiasi tipo di evento (incendio, alluvione, terremoto, ecc.)
  • allertare e far intervenire solo il personale strettamente necessario, ed in particolare la Squadra di Primo Intervento, la quale effettuerà un sopralluogo nell’area interessata dall’evento e fronteggerà l’emergenza fino all’arrivo dei Vigili del Fuoco
  • individuare chiaramente i compiti/funzioni di ogni operatore
  • individuare specifici aspetti organizzativi (aree per l’atterraggio di elicotteri e le vie d‚accesso delle ambulanze, predisposizione di scorte di farmaci e di protocolli operativi, liste di personale da allertare, ecc.)
  • essere efficace dal caso di incidente minimo fino alla necessità di un’evacuazione totale

L’evacuazione (pazienti, personale, visitatori, ecc.) costituisce l’ultima fase dell’evoluzione negativa di una situazione di emergenza. Il ricorso all’evacuazione rappresenta il fallimento delle misure di prevenzione e di intervento. In questo scenario si possono configurare due possibili situazioni: quello di un’evacuazione parziale (trasferimento dei degenti di uno o più reparti in una zona considerata sicura) o di un’evacuazione totale (esodo dei degenti e del personale dell’intero Ospedale verso zone sicure all’esterno della stessa struttura).
Il documento operativo, evidenziando le situazioni di emergenza che possono verificarsi nell’Ospedale, dovrà:

  • individuare l’organizzazione che deve essere posta in atto
  • indicare le azioni da compiere
  • assegnare i ruoli e i relativi compiti per consentire l’evacuazione ordinata e tempestiva

L’incendio

L’incendio è uno dei pericoli più temuti. Le cause degli incendi sono svariate e dipendono da fattori quasi sempre casuali (sigarette, fiammiferi, mozziconi caduti nei cestini della carta, corto circuiti elettrici, scintille da attrito e da urto, numero eccessivo di cavi collegati alle prese, ecc.). Buona parte degli incendi è causata da imprudenze, dimenticanze o negligenze del personale.
La combustione (ovvero il fuoco) può essere definita come l’insieme degli effetti di una rapida reazione chimica ad alta temperatura tra il materiale che brucia (combustibile) e l’ossigeno dell’aria (comburente) con formazione di prodotti gassosi, di calore e in genere emissione di luce.Per accendere il fuoco, è però necessario fornire al combustibile l’energia necessaria per iniziare la reazione (innesco).

In base alla sostanza combustibile coinvolta, gli incendi sono classificati in classe:

  1. legno, carta, stracci, ecc.: gli estinguenti adatti sono acqua, schiuma e polvere
  2. solventi, benzina, vernici, oli, ecc.: gli estinguenti adatti sono schiuma, CO2, polvere
  3. sostanze gassose infiammabili, ecc.: gli estinguenti adatti sono CO2 e polvere
  4. sostanze chimiche spontaneamente combustibili in presenza di aria e/o reattive con l’acqua: l’estinguente adatto è la polvere
  5. materiali di natura elettrica: gli estinguenti adatti sono polvere, CO2

Allagamento

  • fare evacuare ordinatamente i degenti/personale non addetto all’emergenza seguendo le vie di fuga segnalate
  • verificare se vi sono cause accertabili della perdita d‚acqua e telefonare al Servizio tecnico
  • nelle ore notturne/festivi richiedere, attraverso il centralino, l’intervento degli operai e dei tecnici reperibili

Alluvione

  • sospendere le attività lavorative, evitare di uscire all’esterno e di utilizzare automezzi
  • predisporre l’immediata evacuazione dei locali seminterrati
  • ove possibile allontanare il personale/degenti spostandoli dai piani bassi ai piani superiori e verificare che all’interno dei locali non siano rimaste personale bloccate

Terremoto

  • sospendere le attività lavorative e evitare di precipitarsi disordinatamente all’esterno dei locali di lavoro
  • far evacuare ordinatamente i degenti/personale seguendo le vie di fuga segnalate, verificare che all’interno dei locali non siano rimaste personale bloccate
  • se si è impossibilitati ad abbandonare l’edificio, riparasi in uno dei posti più sicuri (architravi, pilastri, mobili robusti, ecc.)
  • non sostare su balconi o terrazzi
  • non usare gli ascensori, e se la scossa è avvertita in ascensore, fermarsi al primo piano raggiungibile e uscire immediatamente

Nube tossica

  • chiudere immediatamente porte e finestre e disattivare eventuali sistemi di condizionamento dell’aria e di ventilazione
  • predisporre l’immediata evacuazione dei locali seminterrati
  • mantenere il personale e i visitatori all’interno dei locali di lavoro
  • rimanere in attesa di istruzioni

Modalità di comportamento in caso di emergenza

Evento esterno

Lo stato di emergenza in Ospedale può essere determinato da un massivo afflusso di feriti conseguenti ad un evento calamitoso esterno alla struttura ospedaliera. Il piano di emergenza si attiva quando l’afflusso contemporaneo di feriti presso il Dipartimento Emergenza e Accettazione/Pronto Soccorso supera:
Ospedale San Lazzaro: n° 3 unità (in orario notturno e/o festivo) e n° 5 unità (in orario di guardia attiva)
Ospedale Santo Spirito di Bra: n° 2 unità (in orario notturno e/o festivo) e n° 3 unità (in orario di guardia attiva)

In tal caso il Medico anziano presente presso il Pronto Soccorso avverte il Medico della S.O.C. Direzione di Presidio presente e/o reperibile che valuta la situazione e decide se convocare (tramite il Centralino):
i medici dei reparti
la Squadra di Pronto Intervento (S.P.I.)
le Forze dell’Ordine
l’Unità di Crisi

Le azioni successive sono difficilmente ipotizzabili: le decisioni dovranno essere assunte direttamente dal Medico della S.O.C. Direzione di Presidio presente, in relazione allo stato dei fatti e all’entità dell’evento calamitoso esterno e quindi in riferimento al numero dei feriti in arrivo presso l’ospedale.

Qualora sia indispensabile instaurare l’Unità di Crisi la responsabilità delle azioni e delle decisioni viene assunta direttamente dal Direttore Generale.

Evento interno

Quando si parla di evento calamitoso all’interno dell’Ospedale si fa normalmente riferimento al pericolo incendio e quindi vengono ipotizzate tutte le azioni conseguenti, ma lo stesso modello comportamentale, adottando le azioni e le decisioni alle esigenze del caso, dovrà essere usato per ogni evento calamitoso.

Tutto il personale sa che in presenza di una segnalazione di incendio deve immediatamente avvertire la Capo-sala e quindi il centralino (componendo il 2999 per Alba e 3999 per Bra), mentre le sedi extra-ospedaliere, non collegate direttamente con il centralino dell’Ospedale, dovranno comporre direttamente il 115 (Vigili del Fuoco) e in seguito avvertire il centralino dell’Ospedale.

Le comunicazioni devono essere sintetiche, precise e devono contenere:

  • il proprio nome e il reparto di appartenenza
  • individuazione precisa dell’evento
  • comunicazione sintetica della situazione
  • una prima valutazione della gravità dell’emergenza

Se si tratta di un incendio in orario diurno e/o di ridotte dimensioni:

  • il personale presente dovrà cercare di spegnerlo con gli estintori e gli idranti a disposizione in attesa dell’arrivo della Squadra di Pronto Intervento (S.P.I.) e dei Vigili del Fuoco
  • dovrà inoltre indirizzare le squadre di intervento verso la zona dell’evento indicando eventuali persone bloccate, mantenere e far mantenere la calma, non correre, non spingere e non gridare
  • intanto il centralinista avvertito dovrà immediatamente chiamare la Squadra di Pronto Intervento (composta dalla Squadra di Manutenzione e dal Servizio Tecnico) iniziando dal Capo Officina e dagli operai della Squadra di Manutenzione, avvertendo sempre il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione

Qualora la segnalazione avvenga al di fuori del normale orario di lavoro:

  • il centralinista dovrà avvertire immediatamente la Squadra di Pronto Intervento che di notte e/o festivi è composta dal: reperibile della S.O.C. Direzione di Presidio, reperibile del Servizio Tecnico e dai reperibili della Squadra di Manutenzione
  • i componenti della S.P.I. che per primi giungono sul luogo dell’evento, valutano la situazione e, se l’evento è ritenuto domabile con i normali mezzi di estinzione intervengono immediatamente
  • qualora l’evento sia di vaste dimensioni e sia subito evidente che è necessario l’intervento di forze esterne, i componenti della S.P.I. avvertiranno immediatamente la S.O.C. Direzione di Presidio presente e/o reperibile che a sua volta impartirà l’ordine al centralinista di chiamare i Vigili del Fuoco. In tal caso la S.P.I. si metterà a disposizione del Comandante dei Vigili del Fuoco

Se la segnalazione di incendio (o evento calamitoso di vario genere interno alla struttura ospedaliera) avviene di notte e/o in giorni festivi, la S.P.I. composta dai reperibili, impiegherà da un minimo di 10 a un massimo di 20 minuti per giungere sul posto, è indispensabile che:

  • se si tratta di incendio di piccole dimensioni, il personale del reparto coinvolto intervenga subito con i mezzi di estinzione disponibili in attesa dell’arrivo della S.P.I.
  • il reperibile della S.O.C. Direzione di Presidio e del Servizio Tecnico avvertiti dovranno immediatamente consultare telefonicamente il personale del reparto interessato dall’evento per valutare la situazione e se necessario la Direzione Sanitaria darà subito al centralinista l’ordine di chiamare i Vigili del Fuoco (115).

È compito della S.O.C. Direzione di Presidio valutare la situazione soprattutto per quanto riguarda le conseguenze dell’evento in corso nei confronti dell’attività sanitaria e decidere se, sempre tramite il centralinista, richiamare in servizio altri medici o convocare l’Unità di Crisi o la Squadra di Evacuazione Pazienti (S.E.P.). E‚ estremamente arduo immaginare e sintetizzare una procedura di intervento per una situazione di emergenza difficilmente immaginabile e sintetizzabile.

I concetti fondamentali in caso di emergenza sono i seguenti:

  1. Il centralinista avverte la S.P.I.
  2. Se di giorno, i soggetti avvertiti si recano immediatamente sul posto e valutano la gravità della situazione intervenendo direttamente o chiedendo l’intervento dei Vigili del Fuoco. Se di notte e/o festivi, i reperibili contattati telefonicamente cercano di valutare la situazione e di capire la gravità dell’evento in corso. In caso di incendio conclamato devono essere subito avvertiti i Vigili del Fuoco
  3. Le operazioni tecniche saranno condotte dalla S.P.I. mentre la S.O.C. Direzione di Presidio presente e/o reperibile dovrà valutare la situazione e assumere le decisioni generali
  4. l’unità di Crisi dovrà essere avvertita solo nel caso in cui parte dell’attività sanitaria sia compromessa e la Direzione Sanitaria si trovi nella necessità di assumere decisioni superiori alle propria competenza

Queste schematizzazioni sono state elaborate in base alle vigenti normative di legge in materia di prevenzione incendi ed evacuazione, ad esercitazioni effettuate in altre Asl, in relazione all’esperienza acquisita negli anni, e…all’immaginazione. Quando i concetti di emergenza, di gestione degli eventi calamitosi, ecc., saranno stati maggiormente “interiorizzati”, sarà possibile organizzare simulazioni ed esercitazioni pratiche articolate e realistiche e sarà probabilmente più semplice elaborare piani di intervento più concreti.

ASL CN2