Cucini-amo (gli avanzi) in sicurezza

Buttare nella spazzatura cibo e materie prime ancora commestibili definisce in modo semplice il problema a monte dello “spreco alimentare” in ambito domestico.

Lo spreco è un problema che interessa tutti e di fronte al quale non si può restare indifferenti. E’ un problema dalle svariate sfaccettature (di tipo sociale, economico, ambientale…) che va gestito ad ogni livello e da prevenire lungo tutta la filiera alimentare mantenendo sempre alta l’attenzione verso la sicurezza alimentare.

Mettere in pratica comportamenti finalizzati alla prevenzione dello spreco alimentare a casa richiede fondamentalmente attenzione e cura del cibo e dell’ambiente in cui viviamo.

Affrontiamo in questo breve articolo il tema dello spreco in ambito domestico ed una delle tante possibilità per prevenirlo: la “cucina degli avanzi”.

Tutti i consumatori devono affrontare quotidianamente la gestione di avanzi alimentari ancora commestibili, ma che per vari motivi vengono rifiutati, incrementando così lo spreco pro-capite tra le mura domestiche. E questo avviene quale che siano le abitudini alimentari, le pratiche di acquisto dei prodotti consumati, le modalità di conservazione e quelle di preparazione delle pietanze.

Generalmente le materie prime che hanno superato il termine minimo di conservazione (ovvero la data preceduta dalla dicitura “da consumarsi preferibilmente entro…”) vengono erroneamente ritenute scadute e per questo buttate. In realtà si tratta di prodotti alimentari ancora buoni e non dannosi per la salute del consumatore, sempreché siano stati conservati in modo opportuno e alle giuste temperature di stoccaggio. Le condizioni a cui bisogna attenersi per una corretta conservazione di tali alimenti sono riportate in etichetta, per cui basta leggere con attenzione quanto indicato in essa di modo che prodotti come lo yogurt, i biscotti, la pasta ed altri ancora possano essere consumati in totale sicurezza anche oltre il termine minimo di conservazione.

In Italia lo spreco alimentare lungo tutta la filiera risulta pari a circa 5,1 milioni di tonnellate all’anno. Nelle case delle famiglie italiane si crea il 43% delle eccedenze, il settore primario ne è responsabile per il 37%, quello della trasformazione per il 3%, quello della distribuzione per il 13% e quello della ristorazione per il 4% (dati ricavati da uno studio del Politecnico di Milano, 2015).

In Italia lo spreco per famiglia ammonta a circa 60 kg e riguarda per il 35% prodotti freschi, per il 19% il pane, per il 16% frutta e verdura, per il 9% la carne (di cui il 90% è avicola).

Secondo lo studio inglese “Waste Research Action Program” del 2008 (WRAP) gli sprechi di cibo nelle case sono la conseguenza di più situazioni talvolta concomitanti.

Queste condizioni possono comprendere:

  1. L’inadeguata conservazione del cibo;
  2. Difficoltà nell’interpretazione dell’etichetta di un prodotto;
  3. La preparazione in eccesso di piatti culinari;
  4. L’impossibilità di consumare in tempo alimenti freschi;
  5. Un’errata pianificazione degli acquisti;
  6. Errori nel confezionamento.

Generalmente le famiglie numerose sprecano meno di quelle con pochi componenti e paradossalmente gli adulti sprecano più dei bambini.

Una delle possibili soluzioni allo spreco alimentare domestico è mettere in pratica la “cucina degli avanzi”. Un modo utile di riutilizzare ciò che resta di piatti preparati in precedenza, oppure utilizzo di materie prime eccedute o che hanno superato il termine minimo di conservazione ma che sono ancora buone e sicure da un punto di vista sanitario.

Negli anni della guerra e del dopoguerra data la povertà delle famiglie e la scarsità del cibo presente a tavola, si praticava abitualmente la cucina degli avanzi. Persino le bucce delle patate venivano cotte e diventavano un gustoso alimento che i bambini dell’epoca non disdegnavano affatto.

Ai giorni nostri si butta con troppa facilità e spesso senza riflettere. Si acquista in modo compulsivo incrementando di fatto sprechi di alimenti ancora commestibili ed inquinamento ambientale da imballaggi. Siamo disposti ad acquistare semi di zucca confezionati in bustine di plastica monodose perché l’etichetta ne riporta i benefici da un punto di vista salutistico, mentre vengono buttati nei rifiuti i semi di zucca contenuti nell’ortaggio usato per cucinare risotti, zuppe ed altri piatti.

Il pane raffermo è tra i prodotti alimentari più frequentemente buttati nella spazzatura nonostante possa avere numerose possibilità di impiego in cucina. Lo si può usare, ad esempio, per preparare polpette, zuppe, minestroni e frittate. Un altro impiego del pane secco lo si trova nella tradizione culinaria delle valli biellesi con la “torta di pane piemontese”. Un esempio di cucina contadina povera che aveva l’obiettivo di non sprecare nulla ed insieme creare occasioni di convivialità tra famiglie. Pochi ingredienti per un piatto semplice e dalle molteplici varianti.

La cucina della tradizione piemontese ha altri esempi di portate create con gli avanzi, basti pensare al ripieno dei “ravioli langaroli” che prevedevano un tempo l’utilizzo di scarti di carne e frattaglie oppure la zuppa “mitonata” a base di cipolle e pane secco.

La cucina degli avanzi non è complicata da praticare.

Richiede infatti la capacità di saper gestire gli avanzi di cibo con un minimo di creatività, ma anche la volontà di superare certe resistenze personali nei confronti di cambiamenti sostanziali delle consuetudini alimentari e delle buone pratiche in ambito casalingo.

La sensibilità verso le tematiche ambientali (per es. inquinamento) e socio-economiche (per es. povertà e fame nel mondo) possono ben motivare il consumatore ad adottare abitudini alimentari anti-spreco e a farlo riflettere sul valore alto del cibo.  Gli alimenti sono risorse importanti per l’uomo e richiedono a loro volta risorse per essere prodotti. Non è solo il cibo ad essere sprecato ma anche tutto il lavoro, l’acqua e le fonti energetiche serviti per arrivare ad ottenerlo con risvolti negativi sia in termini di inquinamento ambientale che etici. Basti pensare che nel mondo circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo viene sprecato all’anno a fronte di 800 milioni di persone con problemi di denutrizione.

La prevenzione dello spreco presuppone una presa di coscienza di tutto ciò e l’impegno ad adottare stili di vita più virtuosi. Non sprecare cibo è una forma di rispetto ed amore verso il cibo stesso, gli altri e l’ambiente. Per cui “cucini-Amo gli avanzi” per un futuro migliore dentro e fuori casa.

 

ASL CN2