Dopo l’allarme dell’anno scorso lanciato da uno studio pubblicato su Pediatrics in cui gli autori scrivevano che nel biennio 2012-13 ben 17.230 bambini sotto i 6 anni erano stati esposti negli Stati Uniti, il detersivo in cialde monouso torna alla ribalta: secondo un articolo pubblicato sul Wall street journal a firma di Serena Ng, professore di economia alla Columbia university di New York, nel 2014 i centri antiveleno statunitensi hanno ricevuto oltre 13.300 segnalazioni di esposizione ai cosiddetti laundry pods, con un aumento del 20% rispetto all’anno precedente e un bilancio di tre morti e 59 pazienti in condizioni critiche. Ma la cosa preoccupante è che l’aumento si è verificato nonostante i produttori abbiano modificato il packaging eliminando i colori vivaci, aggiungendo chiusure a prova di bambino e migliorando le etichette di avviso. Anche lo scorso anno oltre il 90% delle esposizioni si è verificato in bambini sotto i 6 anni, ma due decessi sono avvenuti anche tra gli anziani con demenza, che potrebbero avere scambiato per caramelle le capsule di detersivo. La questione è relativamente recente: nel 2010 diversi produttori nordamericani, tra cui Procter & Gamble, hanno commercializzato confezioni di detersivo monouso vendute in capsule di plastica morbide e vivacemente colorate, che si dissolvono in lavatrice e assomigliano a giocattoli per la dentizione oppure a caramelle. E i bimbi masticano e rompono l’involucro idrosolubile di alcol polivinilico delle cialde incustodite, spalmandosi le sostanze chimiche in bocca, sulla pelle e sugli occhi. Oppure il sapone concentrato può schizzare in faccia al bimbo che lo stringe tra le mani. I sintomi più comuni sono vomito, nausea, sonnolenza e, nel caso di contatto con la pelle, rash cutanei, irritazioni e ustioni chimiche, mentre raramente possono verificarsi impegno respiratorio e perforazione esofagea. Diverse organizzazioni, tra cui la Consumer product safety commission (Cpsc) e l’American association of poison control centers (Aapcc), l’associazione americana dei centri antiveleno, hanno cercato di aumentare la consapevolezza del pubblico sul rischio di lesioni da detergenti monouso. Ma nonostante gli sforzi gli avvelenamenti crescono, e Procter & Gamble è subissata di cause per danni. Visto il peggiorare degli eventi si muove anche la politica: qualche mese fa il senatore Dick Durbin dell’Illinois e Jackie Speier, rappresentante della California, hanno proposto il Detergent poisoning and child safety act, una legge in cui si chiede alla Cpsc di fissare regole che impongano ai produttori norme di sicurezza più severe per evitare ulteriori incidenti.
The Wall Street Journal