Giornata Europea degli antibiotici – 18 novembre 2018

La giornata europea degli antibiotici si svolge all’interno della settimana mondiale per la Consapevolezza degli Antibiotici (WAAW) che va dal 13 al 19 novembre e si pone l’obiettivo di aumentare la consapevolezza globale e incoraggiare le migliori pratiche tra gli operatori sanitari, i cittadini e i decisori politici per evitare l’ulteriore emergere e la diffusione della resistenza agli antibiotici.

Le resistenze agli antibiotici sono un problema sempre più serio, poiché il ritmo con il quale vengono scoperti nuovi antibiotici è rallentato, mentre il loro uso è aumentato.

L’AMR è dovuta soprattutto all’uso inappropriato di sostanze antimicrobiche – compresi gli antibiotici – negli ambiti della salute umana, dell’agricoltura e delle produzioni zootecniche e alla contaminazione ambientale.

L’aumento dei tassi di resistenza antimicrobica (antimicrobial resistance, AMR) – definita come la capacità dei batteri di resistere agli agenti antimicrobici – diventerà una preoccupazione crescente nei Paesi dell’OCSE e dell’UE28 se i governi non forniranno una risposta maggiormente incisiva a questa minaccia.

Da uno studio pubblicato su The Lancet Infectious disease il 5 novembre 2018 indagini realizzate dall’Ecdc stimano che nel 2015, nei Paesi dell’Unione europea (Ue) e dello Spazio economico europeo (See) si siano verificati 671.689 casi di di infezioni antibiotico-resistenti , a cui sono attribuibili 33.110 decessi e 874.541 DALYs (Disability Adjusted Life Years). Stime che corrispondono a un’incidenza di 131 casi di infezione antibiotico-resistente per 100 mila abitanti, a 6,44 decessi per 100 mila abitanti e a 170 DALYs per 100 mila abitanti. Emerge inoltre che le infezioni resistenti agli antibiotici sono diffuse in tutte le fasce di popolazione, colpendo in particolare i bambini sotto l’anno mentre negli adulti il “peso” di questa situazione aumenta con l’avanzare dell’età suggerendo che l’invecchiamento della popolazione residente in Ue e See possa portare a un aumento del “peso” di queste patologie.

Nonostante la presenza dei fenomeni di antibiotico resistenza in tutta Europa, l’analisi evidenzia la gravità del problema in Italia: sebbene le stime sul peso delle infezioni batteriche resistenti mettano al primo posto Italia e Grecia, nel nostro Paese si è verificato un terzo di tutti i decessi correlati all’antibiotico resistenza (10 mila morti). Queste stime derivano dall’elaborazione dei dati forniti dalla sorveglianza dell’antibioticoresistenza dell’Istituto superiore di sanità (Ar-Iss).

È stato stimato che il 63,5% dei casi di infezione con batteri resistenti sia associato all’assistenza sanitaria, causando il 72,4% dei decessi correlabili e il 74,9% di DALYs. Un risultato che suggerisce come gli effetti sulla salute delle infezioni con antibiotico resistenza si verifichino soprattutto negli ambienti di cura (es. gli ospedali).

È quindi importante intervenire per contrastare l’aumento dei tassi di resistenza antimicrobica  promuovendo l’igiene delle mani e degli ambienti ospedalieri, l’impiego più prudente degli antibiotici attraverso programmi di stewardship e altri interventi volti ad affrontare l’AMR in contesti diversi da quelli ospedalieri – come ad esempio le prescrizioni ritardate, l’utilizzo di test diagnostici rapidi per porre fine alle approssimazioni nello stabilire se un’infezione è di natura virale o batterica.

Risorse utili

ASL CN2