La ”vexata quaestio” sul consumo di carni rosse

“Noi siamo ciò che mangiamo” (L.Feuerbach,1862). In base a questa teoria il nutrimento del corpo è anche nutrimento per la psiche. Di conseguenza ciò che mangiamo non diventa solo componente della nostra materia organica, ma parte di un’identità alla quale viene aggiunto o tolto valore. Ma noi siamo anche quello che “non” mangiamo o siamo quello che mangiamo per “come” lo mangiamo.

Nutrirsi può essere inteso come atto vitale o anche il contrario ed è una forma di comunicazione non verbale tra le più interessanti. La varietà dei cibi e dei loro principi nutritivi, una dieta quindi bilanciata ed un modo sano di mangiare sono fattori importanti per il benessere psicofisico. Vediamo, allora, come la carne rossa e le diete vegetariane si collocano in questo contesto. Riporteremo qui brevemente le conclusioni di alcuni studi scientifici che hanno avuto notevole risonanza mediatica con l’intento di mostrare come l’argomento sia piuttosto controverso e discusso ed anche come appaia non esservi una sola verità scientifica a riguardo. Il più delle volte non si hanno risultati definitivi ed assoluti,ma piuttosto ipotesi e conclusioni probabilistiche.

Negli ultimi anni il tema del mangiare carne è stato estremamente dibattuto. L’alimento “carne” (in particolar modo quella “rossa”) è stato spesso sotto i riflettori con connotazioni negative per diverse motivazioni. Di recente,grande preoccupazione ha destato il parere scientifico dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC/OMS) sul rischio potenziale di insorgenza del cancro al colon-retto (CRC) correlato al consumo eccessivo di carni rosse e carni trasformate. Parere che trova il suo fondamento scientifico su numerosi studi epidemiologici che dal 1990 in poi si sono concentrati sull’argomento. (7,8,9,10,11,12)

Semplificando quanto gli esperti affermano: l’eccessivo consumo di carni rosse, specie se trasformate (salumi, insaccati, carne in scatola) o sottoposte a cottura ad elevate temperature (barbecue, grigliatura) aumenta il rischio di sviluppare alcuni tumori. L’aumento del rischio è però proporzionale alla quantità e frequenza dei consumi, per cui un consumo moderato di carne rossa (uno o due volte a settimana) è accettabile in quanto apporta indubbi benefici per la presenza di nutrienti come la vitamina B12, Ferro, Zinco, Selenio, mentre le carni rosse trasformate andrebbero consumate saltuariamente (fonte AIRC). (1)

E’ cosa nota, inoltre, che la cottura ad elevate temperature per tempi prolungati e con la carne a diretto contatto con la fonte di calore (es. cottura alla griglia o al barbecue) determina la formazione di sostanze cancerogene come gli idrocarburi policiclici aromatici (PAHs) e le ammine eterocicliche (HCAs). Di conseguenza, affinchè una dieta sia sana ed equilibrata da un punto di vista nutrizionale, un consumatore adulto dovrebbe non solo avere un’appropriata conoscenza dei principi nutritivi di cui ha bisogno,ma anche preparare e cuocere gli alimenti in modo corretto.

Una dieta vegetariana apporta senz’altro molti benefici alla salute per l’elevato contenuto di fibre, acido folico, vitamine C ed E, minerali (potassio e magnesio) e grassi insaturi. Alcuni studi scientifici hanno mostrato infatti che le diete vegetariane sono associate a bassa incidenza di: ipertensione,  problemi legati all’ipercolesterolemia, alcune malattie cronico-degenerative, malattie coronariche, diabete tipo 2, calcoli biliari, ictus e certi tipi di cancro. (2)

In confronto alle altre diete vegetariane, quelle vegane contengono molto meno grassi saturi e più fibre. Ciononostante, il fatto di eliminare dalla dieta tutti i prodotti di origine animale aumenta il rischio di deficit nutrizionali relativi a vitamine B12 e D, calcio, acidi grassi a lunga catena (omega-3). A meno che i vegani non consumino regolarmente alimenti “fortificati” con questi nutrienti, appropriati integratori dovrebbero essere  da loro consumati. (3)

Inoltre un recente studio tedesco ha riportato che nei vegetariani  si manifesta una più elevata incidenza di disturbi mentali (es. stati depressivi, ansia…) rispetto a quelli che seguono un’alimentazione onnivora. (4)

A tali conclusioni sono giunti anche ricercatori austriaci che hanno evidenziato come una dieta vegetariana sia associata ad uno stato di salute più cagionevole. (5)

Un’altra ricerca, anch’essa austriaca, ha mostrato come una dieta vegana in età molto giovane (20-29 anni) comporti un più alto rischio di ulcere gastriche o intestinali. In confronto, quelli che hanno una dieta onnivora ricca di frutta e verdura hanno più bassa incidenza di disturbi gastro-intestinali e maggiori benefici sulla salute. (6)

Appare quindi evidente che anche le diete vegetariane se seguite in modo non corretto (senza che venga garantito un completo apporto nutrizionale) possono arrecare notevoli danni alla salute.

Ritornando al problema relativo al rischio di insorgenza del cancro conseguente al consumo eccessivo di carni rosse, degno di nota è il parere del Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare del Ministero della Salute pubblicato il 4 febbraio 2016 che si è pronunciato su quanto è stato affermato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC/OMS). Testualmente viene considerato che “l’insorgenza del cancro è un evento probabilistico e multifattoriale e coinvolge varie componenti di natura individuale (predisposizione genetica, stato ormonale), comportamentale (quali fumo, abitudini alimentari, stato nutrizionale, attività fisica) e ambientale (quali radiazioni solari, esposizioni professionali).” Viene inoltre rimarcata l’importanza della carne “quale fonte proteica ad alto valore biologico, di aminoacidi, vitamine, sali minerali e metalli (in particolare ferro e zinco) nell’alimentazione umana e, soprattutto, in determinate fasce di età e/o stati fisiologici nonché in particolari condizioni di salute”

Riferimenti bibliografici

  1. http://www.airc.it/cancro/disinformazione/proteine-origine-animale-salute/
  2. “Health effects of vegetarian and vegan diets”, Key TJ et al., 2006, Proc.Nutr.Soc.
  3. “Health effects of vegan diets”, Winston J. Craig, 2009, American Society Nutrition.
  4. “Vegetarian diet and mental disorders: results from a representive community survey”,

      Michalak J. et al., 2012, Int. J. Behav. Nutr. Phys. Act.

  1. “Nutrition and health-the association between eating behaviour and various health parameters: a matched sample”, Burkert NT et al, 2014, PLOS ONE.
  2. “Gastro-intestinal complaints related to various eating behaviors”, Burkert N.T. et al.,2012,

      Journal of Nutritional Therapeutics.

  1. “Mechanisms behind cancer risks associated with consumption of red and processed meat”,2016,

     National Food Institute, Technical University of Denmark.

  1. “Relation of meat, fat, and fiber intake to the risk of colon cancer in a prospective study among women”,Willett WC et al., 1990, N.Engl.J.Med.
  2. “Meat consumption and colorectal cancer risk: dose-response meta-analysis of epidemiological studies”, Norat T. et al., 2002, Int.J.Cancer.
  3. “Meat consumption and risk of colorectal cancer”, Chao A. et al., 2005, JAMA.
  4. “A prospective cohort study on the relation between meat consumption and the risk of colon cancer”, Goldbohm RA et al., 1994, Cancer Res.
  5. “Diet and cancer-the European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition”, Bingham S. et Riboli E., 2004, Nat.Rev.Cancer.

 

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