In questi giorni di gran caldo, i lavoratori che lavorano all’aperto o comunque in ambienti caratterizzati da elevata temperatura e umidità dell’aria sono a rischio per i seguenti fattori:
- Canicola:
Il caldo intenso, soprattutto se l’umidità atmosferica è elevata, sollecita in primo luogo l’apparato cardiocircolatorio. Si possono manifestare crampi, esaurimento fisico o, nella peggiore delle ipotesi, un colpo di calore che può avere anche un esito letale.
- Radiazioni solari:
I raggi ultravioletti possono provocare tumori della pelle e lesioni agli occhi. D’estate è particolarmente pericolosa l’esposizione al sole tra le ore 11.00 e le 15.00
- Ozono
L’ozono si forma a livello del suolo soprattutto d’estate nelle giornate particolarmente soleggiate.
E’ formato dalla reazione con la luce solare di alcuni inquinanti come gli ossidi di azoto. I valori massimi si registrano nel tardo pomeriggio tra le 16.00 e le 18.00. L’ozono è un gas irritante e soprattutto nei soggetti più sensibili può provocare bruciore agli occhi, irritazione alla gola, asma, mal di testa.
Le categorie di lavoratori maggiormente a rischio sono:
- operai impiegati nei cantieri edili e stradali
- agricoltori, compresi gli addetti alla guida di macchine agricole sprovviste di cabina condizionata
- addetti alla raccolta de frutta o verdura nei campi o in serra
- floricoltori e giardinieri
- addetti ad operazioni di carico e scarico all’aperto.
La valutazione di questi rischi è un obbligo per i datori di lavoro e devono prevedere delle misure di prevenzione che ormai sono ben codificate, tra cui:
- esecuzione dei lavori più pesanti nelle prime ore del mattino,
- messa a disposizione di acqua potabile,
- predisposizione di luoghi ombreggiati per le pause,
- indossare abiti leggeri che proteggono dai raggi del sole e permettono la traspirazione del sudore,
- proteggere le parti del corpo esposte al sole tramite l’applicazione di creme solari con adeguato fattore di protezione
- indossare casco di protezione o, qualora non necessario, un adeguato copricapo
- informare i lavoratori che non devono lavorare a queste temperature se hanno la febbre
- prevedere delle pause (di entità correlata con la temperatura) in luogo fresco e ombreggiato
- se possibile, sopra i 30 gradi, lavorare all’ombra (anche creando un ombreggiatura artificiale con tendoni)
- far sorvegliare da un’altra persona i lavoratori che devono indossare DPI particolarmente fastidiosi (es. tuta con maschera)
- formazione dei lavoratori (anche sul riconoscimento dei sintomi iniziali del colpo di calore e sulle misure di pronto soccorso).
Negli ultimi anni ci sono stati diversi casi di cronaca di lavoratori morti per colpo di calore ma al servizio di Prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro non sono mai pervenute segnalazioni di questo tipo; noi comunque verifichiamo la messa in atti delle indicazioni sopra elencate durante gli interventi ispettivi.